5 cose da non perdere a Palermo
Introduzione
Tra percorsi normanni, barocchi, bizantini e arabeggianti, Palermo è una meta dalla forte identità urbane e culturali. Alcune bellezze del capoluogo siciliano sono evidenti mentre altre sono più nascoste, ma ugualmente meritevoli di attenzione. Andare alla scoperta di questa meravigliosa città è un'esperienza meravigliosa e unica. Ecco una lista di 5 cose da non perdere a Palermo, per un ricordo indelebile di una delle città più belle d'Italia.
Palazzo Abatellis
Dal XV secolo Palazzo Abatelli offre uno scorci meraviglioso di architettura gotico catalana, residuato di diverse contaminazioni urbane in materia di costruzioni artistiche tardo-medievali.Dapprima residenza della famiglia Abatelli, alla morte del capofamiglia, Francesco, la moglie decise di convertire il Palazzo da abitazione privata e residenziale a convento che prese il nome di Santa Maria della Pietà.La pia donna fece inoltre costruire una cappella dedicata alla preghiera delle consorelle, ma dopo la Seconda Guerra Mondiale, in seguito a restauri dovuti ai bombardamenti, la Sovrintendenza ne ha destinato l'uso specifico a galleria d'arte.È oggi infatti la Galleria regionale di Sicilia ed ospita opere moderne e antiche in diverse sale allestite.
Palazzo Chiaromonte "Steri"
I secoli a cavallo tra il 1300 e il 1400, furono per la città la fioritura architettonica più importante.le contaminazioni del passato si esaltarono tra il XIV e il XV secolo offrendo tutt'oggi Palazzi di una bellezza ed importanza notevole, come il bellissimo Palazzo Chiaromonti "Steri", voluto dal Conte di Modica, una famiglia fondamentale nell'opera di resistenza politica alla venuta degli Aragona dalla Spagna nel loro domino mediterraneo.Il palazzo è da tempo in concessione alla Curia palermitana ma è una delle più importanti opportunità di visitare un'architettura 'ibrida' di grande bellezza in cui il giardino interno s'incastona come una gemma colorata in contrasto con le pareti marmoree e rocciose.
Santuario di Santa Rosalia
Santa Rosalia sta a Palermo come San Gennaro sta a Napoli ed in questo parallelismo si fonda tutto l'amore della città per la sua Patrona amatissima.Il Santuario in se non rappresenta un'opera di elevato valore architettonico come altre in città, ma la sua collocazione collinare, quasi racchiuso in una gola rocciosa, una sorta di grande grotta che abbracci ala struttura religiosa, lo rende talmente elevato nella sua presenza ambientale che persino il grande Goethe ne annotò alcune riflessioni a riguardo nel suo diario di viaggio in Sicilia.Le rocce attorno zampillano acqua, che è simbolo di purificazione in se, quindi tutto lascia presagire che in passato fosse un'antico luogo di culto pre-cristiano che ne ha mantenuto intatto il valore simbolico anche nel culto dedicato alla santa.L'ascensione sul colle, un sentiero che s'inerpica nelle colline adiacenti alla città, è in se motivo d'interesse.
Catacombe dei Cappuccini
L'anima più gotica d'Italia forse risiede proprio nel sottosuolo palermitano.Le catacombe dei Cappuccini offrono un'opportunità di vivere un'esperienza per nulla macabra, nonostante le decine di cadaveri mummificati, piuttosto uno spaccato di culto rinascimentale che i nobili palermitani esaltarono nel concedere i propri corpi ai frati che ne conservarono i corpi ricorrendo alla mummificazione pura.In questo modo la morte preservava il corpo anche dopo l'ultimo respiro e nelle sale sotterranee del convento, i frati ancora oggi mantengono intatti i corpi, coadiuvati dalle Sovrintendenze artistiche, un patrimonio che deve rimanere inalterato come testimonianza di un culto ancora una volta ibrido tra il pre-cristianesimo e l'avvento del dogma cattolico.La mummia della piccola Rosalia Lombardo, vestita come una bambola uscita da una pellicola gotica di Tim Burton, è definita in assoluto la mummia più bella al mondo.
Mercato Vucciria e Ballarò
Visitare un mercato, e ciò vale in qualunque parte del mondo dove il commercio di strada si è mantenuto genuino, è la migliore occasione di conoscere un popolo attraverso il folklore di strada della sua gente.nei mercati popolari palermitano le urla dei venditori, dai fruttivendoli ai macellai, i colori dei prodotti esposti, i cibi di strada (da non perdere pane e panelle e panini con la milza), offrono uno spaccato fotografico della città divertente e pittoresco, soprattutto quello di Vucciria e Ballarò, oggi rinomati per la presenza delle tipicità più genuine con produttori che vendono le loro eccellenze a km. 0.