Asmara: cosa vedere
Introduzione
Asmara, la capitale dell'Eritrea, non è certo una delle classiche mete del turismo estivo. Tuttavia, complice la sua scarsa notorietà, la città conserva un fascino unico: è possibile addirittura che nei prossimi anni entri a far parte dei Patrimoni Mondiali dell'Umanità. Oltre ad essere un luogo magnifico e molto suggestivo, conserva un legame ancora piuttosto solido con l'Italia, che colonizzò l'Eritrea alla fine del XIX secolo: tott'oggi nella città è ancora abbastanza diffuso l'uso della lingua italiana. Nel 1887 gli italiani costruirono la prima tratta della ferrovia, e durante la colonizzazione la città prese il soprannome di "Piccola Roma". Un motivo in più per vedere le sue meraviglie!
Occorrente
- macchina fotografica
- spray anti-insetti
- indumenti leggeri e di cotone
- cappellino ed occhiali da sole
- mappa del posto e frasario locale
I quartieri della città
Asmara (come molte altre città coloniali) è stata progettata seguendo un piano urbanistico rigoroso, che la suddivide in quattro zone principali. Due di queste rientrano nel centro amministrativo, che comprende "Liberation Ave" e la "zona Nord". Verso Sud, si incontra il quartiere residenziale italiano, dove si possono ammirare le tantissime ville Art dèco. A Nord-Est, infine, si trova la zona abitata della popolazione locale, la più povera della città, ricca di quartieri solitamente non visitati dai turisti, seppur dal carattere più genuino e caratteristico rispetto al centro amministrativo.
Principali attrazioni
La maggiore attrazione turistica di Asmara è indubbiamente la sua vasta ed eterogenea collezione di edifici. Il percorso perfetto per ammirarli comincia dall'estremità occidentale di Liberation Avenue e prosegue verso est, dove si trova il Cinema Impero. Un'altra attrattiva è il Teatro dell'Opera, progettato da Cavagnari nel 1920 e costruito nella zona novecentesca più elegante di Asmara. Il Teatro ha una fontana in stile rinascimentale a foggia di conchiglia ed un portico in stile romanico, sorretto da colonne classiche. Inoltre, al suo interno si può ammirare un soffitto in stile Art Nouveau, dipinto dal pittore Saverio Fresa. A pochi metri di distanza si trova il Ministero dell'Istruzione, un palazzo degli anni '30 in stile classicamente fascista. Da visitare anche la cattedrale di Asmara, detta anche "la cattedrale italiana". Venne realizzata nel 1922 in stile Romanico-Lombardo, il che si intuisce dai tipici mattoni a vista. Anche lo stile futurista venne importato dai colonizzatori italiani: testimone ne è la "Fiat Tagliero", una stazione di servizio concepita da Giuseppe Pettazzi nel 1938 in vero stile futurista.
I caratteristici mercati
Da visitare assolutamente, i diversi mercati cittadini creano un'atmosfera conviviale e gioiosa. Primi tra tutti, il "Mercato cittadino" nel quartiere di Menelik Avenue, aperto tutte le mattine tranne la domenica. Questo bazar assomiglia ad un grandissimo laboratorio all'aperto, dove ogni indumento usato, utensile rotto, arnese da lavoro viene riciclato; altrettanto pittoresco è il "mercato delle spezie", punto di ritrovo di molte donne locali e di etnie differenti, che con i loro abiti variopinti rendono questo luogo veramente grazioso. Degno di nota anche il "mercato Medebar", dove vecchi copertoni vengono lavorati per trasformarli in calzature e le vecchie lamiere in secchi di metallo; più turistico invece il "mercato dei souvenir", dove si possono acquistare caratteristiche maschere in legno, coltelli, dipinti su cuoio, strumenti musicali e zucche decorate. Asmara, inoltre, ospita numerosi locali notturni e discoteche, disseminati lungo Harnet Avenue, via ricca di fasti commerciali e vetrine scintillanti, in cui si possono trovare costosissimi oggetti, pensati sicuramente più per il mercato occidentale che per quello locale. Le attrazioni, quindi, non mancano. Non resta che augurare a tutti i viaggiatori una buona vacanza!
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Consigli
- Ricordarsi di pianificare le visite in anticipo. Meglio non girare da soli nei quartieri popolari. Inoltre è sempre utile precauzione non portarsi troppi soldi dietro.