Una vita frenetica, innumerevoli compiti da svolgere e, invariabilmente, poco tempo per riposare, sono ormai una costante nella nostra vita. Arriva finalmente l'agognato relax! Le vacanze! Era ora, possiamo finalmente tirare il fiato. Per le prossime due settimane ci saranno solo il sole e il mare, ancora sole, tintarella, balli e cocktail sulla spiaggia. Sì, magari! E se poi non andasse esattamente così? Non voglio certo portarvi sfortuna, ma a volte (e purtroppo sono sempre di più) le cose potrebbero non andare per il verso giusto. I motivi potrebbero essere i più diversi, ma tutti porterebbero allo stesso risultato: la vostra vacanza sarebbe irrimediabilmente rovinata. Vi è mai capitato? Cosa avete fatto? Ci sono molti modi per far valere le proprie ragioni in caso di vacanza rovinata: ora vediamo a chi rivolgersi. Per vacanza rovinata intendo tutto quello che potrebbe succedere: dal volo in ritardo, cancellato o in overbooking, all'alloggio non corrispondente a quanto era stato pattuito, finanche al rimborso dell'intera vacanza. Vediamoli uno per uno. Il riferimento legisaltivo è l'art. 46 del codice del Turismo, che ha come titolo "Risarcimento da vacanza rovinata". Questo articolo prevede che, nel caso in cui l'inadempimento non sia di scarsa importanza, il viaggiatore possa chiedere all'organizzatore o al venditore, oltre all'eventuale risoluzione del contratto, un risarcimento del danno, correlato al tempo di vacanza inutilmente trascorso e all'irripetibilità dell'occasione perduta. Questo diritto si prescrive in tre anni.